Poesia per Milano – dimmi cosa rimane quando ti spogli

Ho scritto una poesia per Milano perché, dopo averci vissuto quasi tutta la vita, sto per lasciare la città per trasferirmi a Berlino per un po’. Ho passeggiato un’ultima volta per le strade vicino a casa, Viale Monza, Piazzale Loreto, Corso Buenos Aires…e mi sentivo uno zombie.

Ecco la mia poesia per Milano:

Arrivederci Milano,
Macedonia di cose troppo care per il loro valore
e vagamente erotiche
In modo un po’kitch
come una fotografia di David La Chapelle.
Volevo dirti che mi hai sempre reso nervosa
Quando camminavo accanto
Alle tue vetrine.
Mi specchiavo sapendo di essere troppo goffa per i tuoi tappeti rossi
Troppo ingenua per il tuo cinismo intellettuale e concettuale e brutale.
Troppo poco alternativa per fingermi alternativa nei tuoi angoli shabby chic
Frequentati da hipster
Pieni di nomi altezzosi di gruppi musicali
Che poi la domenica vanno dalla nonna
a mangiare la pasta al sugo guardando Pomeriggio 5
Proprio come tutti noi altri.
Che poi io non lo guardo Pomeriggio 5
Forse avrei dovuto.

Milano, dimmi cosa rimane
quando ti spogli
delle chiacchiere delle rassegne stampa
e delle foto dei ristoranti pretenziosi
E dei grand’uomini d’affari più raccomandati
Degli impiegati delle poste negli anni ’60;
Milano quando sei nuda dalle impalcature dei concerti e degli eventi mondiali
Nei tuoi deserti viali
Rimani una pianura non tanto grande di cemento
e di disoccupati o precari che se la spassano
Con qualche sostanza
Che li renda nervosamente simpatici
Per fare finta che vada tutto bene.

Non voglio sembrarti insensibile
Ma, Milano, tu sei una donna fragile
In cerca di attenzioni
E non capisci che ti vogliamo bene
Perché siamo fragili anche noi.
Sii te stessa
Invece di fingerti la femme fatale che
Diciamocelo
non ti puoi permettere di essere
Perché non sei mica euforica come Roma
Non sei sensuale come Napoli
Non sei misteriosa come Venezia.
Ma non ti offendere,
Hai carattere e sei molto più saggia
E ambiziosa di buona parte del Mondo.
Milano sii per noi
La madre un po’acida
Ma giusta
Da cui vogliamo sentirci amati
Anche quando ce ne saremo andati.

Milano, chi lusinga le tue frivole pose
Storce il naso appena scopre il tuo cuore ferito
nel dormiveglia di barboni che si distendono a tappeto sotto le chiese
Vuote
Nella puzza di sudore sui tram
Il sudore delle braccia che lavorano per il progresso
Di cui ti fregi
E c’è chi vuole tornare giù a farsi baciare da un sole più passionale
Ma resta perché sa che se qualcosa succede,
Succede a Milano
E da tutto il Paese arriva a te chi cerca
Fortuna.
Accogli le nostre preghiere con calore
e impareremo ad essere meno ingrati.
Scuoti il torpore della tua indifferenza:
Non ti dimenticare di noi
Quando ce ne saremo andati.

Grazie per aver letto la mia poesia per Milano.

#wannabepoeta

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