Chi ha cancellato Sarita, simbolo di Via Padova

Santa Sarita Colonia è stata parzialmente cancellata.

Si tratta di un murale molto famoso tra gli abitanti di NoLo (quartiere di Milano), in particolare quelli che vivono in via Padova, dove si trovava il disegno. Ho parlato con l’artista che ha coperto Sarita con un altro murale e ho riflettuto – per quanto io non ne sia per nulla esperta – sulla street art e il suo ruolo nella città.

Avete mai percorso via Padova, una delle vie più lunghe di Milano, a piedi o – più auspicabilmente – con la 56?  Vi scorreranno davanti decine di parrucchieri per uomo dai nomi esotici, supermercatini etnici, kebabbari.

Poi c’era lei, un volto di bambina dai grandi occhi nocciola, la pelle olivastra e i capelli di seta scura: il murale di Santa Sarita Colonia. La sua espressione ricordava quella delle statuette Maya: una determinazione velata di malinconia, un’aria saggia rara da trovare negli occhi di un bambino. Le sue braccia erano incrociate e nelle mani impugnava due pistole ad acqua

Santa Sarita Colonia è una figura molto popolare in Perù, sebbene non venga riconosciuta ufficialmente dalla Chiesa.

Il suo culto, come molti altri, è nato dalla commistione tra cattolicesimo e tradizioni religiose locali dell’America Latina, come la Santeria Cubana. La storia di questo personaggio ci riporta agli anni 30/40, a Lima. Lì Sarita conduceva una vita di ristrettezze economiche.

Il culto narra che la giovane non solo si occupasse della sua numerosa famiglia ma anche dei poveri e dei delinquenti, costretti a rubare per fame e disperazione. Verso i 25 anni morì di malaria e la sua tomba divenne un luogo di pellegrinaggio: la tomba della “santa del popolo”.

via padova murale santa sarita colonia

Sono entrata in contatto con Sef.01, l’autore del murale.

È un artista peruviano, a volte d’estate viene qui a Milano per dipingere. Mi ha spiegato che ha deciso di rappresentare Sarita come una bambina con delle armi giocattolo per mandare un messaggio contro la violenza. La santa del popolo protegge i delinquenti e li guida verso un’altra via, la via della pace.

Al di là della bellezza del disegno iperrealista e dell’accostamento tra i colori vividi, vivaci, violentemente giocosi, non è difficile immaginare il motivo per cui quest’opera di street art sia diventata così iconica e rappresentativa di Via Padova. Questa via è sempre stata notoriamente un centro di microcriminalità fin dai tempi della ligera – la malavita milanese, quando gli immigrati erano ancora i “terroni”. Ora è caratterizzata da una forte presenza multietnica, tra cui spicca anche quella sudamericana – di cui io sono parzialmente una rappresentante, essendo metà brasiliana.

Allora perché cancellarla?

Per caso, ho avuto l’opportunità di parlare proprio con l’autore del nuovo murale che l’ha coperta.

Sabato 23 Maggio, stavo attraversando Via Padova a piedi per raggiungere un amico – la paura del Covid mi ha spinta a non prendere la 56 – ed ecco che mi scorre davanti il solito benzinaio, dietro al quale si staglia il ponte della ferrovia su cui era dipinta Sarita. Eppure, sopra l’opera simbolo della via vedo una mazza chiodata bianca dai contorni neri. Mi fermo.

Due ragazzi la stanno guardando, sono poco distanti da me.

“Sapete chi l’ha fatto?” Chiedo rivolgendomi a loro – con voce non priva di un tono polemico.

“L’ho fatto io.” Risponde uno dei due timidamente, un ragazzo abbastanza alto e con i capelli scuri.

Poi subito mi spiega, quasi a giustificarsi: “Il disegno ormai era rovinato e c’erano altre scritte sopra. Funziona così per la street art.”

Io ribatto che certo, quello che dice è vero. Solo mi dispiaceva un po’ perché amavo quel disegno. Il writer poi mi ha spiegato che la mazza chiodata rappresenta il Coronavirus. Purtroppo non ho fatto in tempo a chiedere quale fosse il suo nome. 

Questi muri di via Padova sono a disposizione di tutti gli artisti.

È  lecito che anche i murales più belli vengano coperti con nuovi disegni. La comunità di Via Padova – riunita nel gruppo Facebook Via Padova Viva Social District – non si è però arresa del tutto  a questa perdita e ha cominciato a discuterne

Gli street artist sembrano schierarsi quasi tutti dalla parte del nuovo disegno ma alcuni abitanti della via vorrebbero che Sarita venisse ridisegnata. Hanno contattato Sef.01 e stanno pensando di raccogliere dei soldi: l’idea è quella di contribuire all’acquisto del biglietto aereo per farlo venire qui appena possibile a realizzare di nuovo il suo murale (appena la raccolta fondi sarà online metterò il link).

Santa Sarita Colonia di Sef.01 è diventata una parte importante dell’identità multiculturale di via Padova: a prescindere che venga ridisegnata o meno, non verrà cancellata dalla nostra memoria, così come non è stato ancora dimenticato il murale della balena divenuto simbolo del quartiere di NoLo.

La mia conclusione è che alcune opere di street art lasciano un segno permanente che paradossalmente prescinde dalla loro stessa natura effimera.

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