Fuori a Missori una cameriera
fuma una sigaretta sul parapetto
Nell’attesa di una lettera dal fronte:
ora che non ci sono guerre vicine
se dal fronte una lettera non arriva
probabilmente l’unico nemico
è il destino avverso
perché l’amore è andato perso.
Sulle scalinate del Duomo
cammina avanti e indietro un uomo
Mentre due amanti si dicono addio
e si abbracciano forte,
Altri urlano ti amo da lontano
facendo ciao ciao con la mano
Perché vogliono andarci piano.
“Pensavo che l’amore fosse una rivoluzione
Adesso vorrei solo un po’ di compagnia”
Fa una vecchia sudamericana
Sulla metro gialla, verso sera.
Due giapponesi ondeggiano
Al ritmo sferragliante delle rotaie
E non aspettano nulla di particolare
Neanche la fermata a cui scendere
Sembra interessargli veramente.
Guardano un punto tra la gente
Che vedono solo nella loro mente.
Forse ti basterebbe guardarti dentro
per vedere quello che hai davvero
e addormentare ogni possibile attesa
e concentrarti sul bucato o su fare la spesa
e lasciare la tua anima lì così, appesa
in pena, forse, ma non ancora arresa.
“Amore mio, ti chiamo da una cabina telefonica”
dice una voce cacofonica da un’altra epoca
“Non parliamo da mesi ma ora ascoltami”
e intanto scroscia la pioggia
“che non ha importanza cosa ci riserva il domani
perché oggi io ti dico…”
e cadde la linea.