Bisogna essere flessibili
forse incoerenti ma mai prevedibili
che tutti sono sostituibili
per essere amabili
diventare un po’ frivoli.
Amico, non devi aspettarti molto
però tu aspetta e spera
che bisogna essere affabili
per essere sempre eleggibili
eclissarsi e restar reperibili.
Aspetta il tuo turno e vedrai
che anche sta volta hai vinto
se ne sei abbastanza convinto.
A chi verrà lì a dissotterrare l’osso
a dirti: – guarda, ti sbagli di grosso
hai perso, you lost, kaput –
Tu fai cin cin con un flut di brut.
Saluta questo calice della vittoria.
Perde solo chi non è bravo
a inventarsi una nuova storia
aspettati la gloria
e gloria avrai.
Bisogna essere flessibili
non troppo schizzinosi
ma neanche eccessivamente accessibili.
Bisogna rimanere fedeli
o almeno trovere i giusti alibi
per i nostri crimini
fino a disperderci
in canti lirici e cinici.
Sullo sfondo un sogno
dice “aspettami
per sempre o vattene ora”
bisogna attendere o salutarlo
ai primi bagliori dell’aurora
rimanere imperterriti
finché tutto scivola addosso
ed evapora il vino rosso.
Ma io ti dico che non sopporto questo silenzio:
un ronzio mi fa eco nell’orecchio “Ehiiii! C’è nessuno?”
Il soffitto delle mie piccole certezze
crolla pesante
come il mondo sulle spalle di Atlante.
Il palco è vuoto e il microfono fischia.
Io sola in pista ma non c’è una festa.
Dove sono andati tutti? Dove si sono cacciati?
Provo ad andarmene anche io ma dove?
Dove andare per scappare
da questo ronzio che mi implora di urlare.
No. Aspetta, che anche il tram al capolinea riparte
E un nuovo sole sorge smagliante
e una nuova insegna luccicante
dice che bisogna essere flessibili
circumnavigare gli ostacoli
rimanere impassibili
agli addii, al crollo finanziario
ai treni che non sono mai in orario
tu sii pronto a cambiare binario
e lascia perdere.